Lo stemma di Botrugno raffigura un granchio ai cui lati ci sono un tralcio di vite e una stella cometa. Il riconoscimento ufficiale é stato ottenuto il 4 giugno 1990.
L'attuale simbologia é stata ricavata dall'Archivio di Stato di Napoli e rimanda alle origini greche del paese. Botrugno, infatti può essere derivato dal verbo botrumai (produrre uva/ possedere vigne). Si suppone perciò nel casale sia esistito un fertile vigneto. La tradizione orale convalida l'ipotesi: in tempi remoti, vi fu la migrazione di una comunità di contadini della vicina Muro, che si stabilirono qui per coltivare i terreni di loro stessa proprietà. Ed ecco spiegata la presenza del tralcio di vite nello stemma.
Il granchio, come lo scorpione che appariva in precedenza, sono di difficile interpretazione. Ambedue le figure possono essere ricondotte alla tradizione popolare della comunità. Sia il granchio, che lo scorpione, infatti, indicano litigiosità, sotto certi aspetti anche pericolosità, l'indole dei botrugnesi, così come si é rivelata nei momenti più difficili della loro storia.
La stella cometa sta ad indicare la giusta strada.
Fondato originariamente dai Greci, Botrugno inizia a svilupparsi dopo la distruzione della vicina Muro Leccese ad opera di Guglielmo il Malo nel XII secolo. Nel 1193 il normanno Tancredi d'Altavilla concesse il casale a Lancellotto Capace.
In seguito, nel XIII secolo passò ai Maramonte che diedero inizio alla costruzione di una piccola fortezza intorno alla quale si sviluppò il nucleo abitativo.
Nel 1654 i Maramonte, che nel frattempo videro precipitare le proprie fortune, vendettero il casale alla nobile famiglia Castriota Granai nella persona di Carlo Castriota, già barone di Melpignano. Fu in questo periodo che Botrugno vide il momento di grande splendore e lustro grazie al prestigio della casata e alle ricchezze prodotte mediante scambi commerciali.
La fortezza fu trasformata in lussuoso palazzo residenziale; furono commissionati a celebri pittori e ornamentisti i lavori decorativi degli ambienti interni.
I Castriota, che ottennero anche il titolo nobiliare di marchesi, furono gli ultimi feudatari e risiedettero fino al 1817, quando Francesco Maria donò il feudo ai Guarini di Poggiardo. Tuttavia il potere feudale era già cessato e il governo del paese venne affidato dapprima ai decurionati locali e successivamente al consiglio comunale. Botrugno perdette la sua autonomia e, insieme con San Cassiano, venne aggregato a Nociglia.
[www.comune.botrugno.le.it] [Wikipedia]