Grotta dei Cervi

La grotta ha più di 4000 mila anni, si colloca nell'arte Neolitica. E' stata scoperta il 1 Febbraio 1970 da 5 membri del gruppo speleologico "Pasquale de Lorentiis" di Maglie.
Prima del 1970 era chiamata l' "Antro d’Enea", perchè secondo la leggenda Enea sbarcò a Porto Badisco. Successivamente, dopo la scoperta dei pittogrammi, raffiguranti scene di caccia di cervi, è stata chiamata "Grotta dei Cervi".

Si tratta di un complesso ipogeo, attualmente inaccessibile al pubblico, si snoda in 3 corridioi che, per il fenomeno carsico caratteristico nel territorio, sono ricchi di numerose stalattiti e stalagmiti:
1) ingresso "ad ovest", probabilmente si svolgeva la vita familiare, dopo circa 150 m. si divide in due corridoi più piccoli, per poi ricongiungersi in uno ricco di pittogrammi e di resti di ceramiche. Ceramiche conservate presso la Soprintendenza di Taranto;
2) stretto, con alcune aree più larghe, ricco di iscrizioni e di testimonianze preistoriche;
3) basso ed angusto, accessibile solo a carponi, caratterizzato da aree più ampie ricche di stalattiti e stalagmiti.

Un tesoro di inestimabile valore naturale, definita dal Professor Graziosi, dell'Istituoto Italiano di Preistoria e Protostoria, la Cappella Sistina della preistoria. Rappresenta uno dei siti archeologici più suggestivi e spettacolari del Salento e il più imponente d’Europa.
In una area più grande, denominata “Stanza delle Manine”, sono moltissime le impronte di mani preistoriche, disseminate sull’intera superficie della "stanza". Particolari le figure rappresentanti le mani di bambini, che ne testimoniano la presenza.
I pittogrammi, in guano di pipistrello sono più recenti ,mentre quelli in ocra rossa sono più antichi si possono distinguere in:
Figurativi - animali (cervi o cani), scene di caccia (uomini che tendono l'arco), donne, bambini e sciamani, danze, segni cruciformi;
Non Figurativi - contenuto simbolico, forme geometriche astratte e simboli magici di incerta interpretazione.